Il Codice Deontologico Forense riconosce l’importanza del rapporto di fiducia tra il cliente e l’avvocato stabilendo, all’articolo 11, il principio di fiducia come fondamento del rapporto stesso.
L’avvocato, infatti, è libero di accettare o meno un incarico ma se decide di accettarlo, deve instaurare un rapporto basato sulla fiducia con il cliente. Questo significa che l’avvocato deve dimostrarsi affidabile, competente, rispettoso dei doveri professionali e delle regole etiche, nonché tenere un comportamento professionale corretto nei confronti del cliente.
La fiducia è la base del rapporto tra l’avvocato e il cliente perché consente di instaurare una relazione di collaborazione, indispensabile per la buona riuscita dell’incarico.
L’avvocato deve assicurarsi che il cliente sia pienamente informato sulla natura dell’incarico e sui suoi limiti, oltre che sulle modalità di svolgimento del lavoro e sui costi dell’assistenza legale. In particolare, l’avvocato deve informare il cliente delle eventuali difficoltà che potrebbero presentarsi nel corso dell’incarico, oltre che delle conseguenze che potrebbero derivare dalla scelta di un determinato percorso.
Nel rapporto tra avvocato e cliente, la fiducia non è a senso unico, ma deve essere reciproca. Il cliente, infatti, deve fornire all’avvocato tutte le informazioni necessarie per la corretta gestione dell’incarico, oltre che condividere la linea difensiva proposta.
È importante che l’avvocato stabilisca fin dall’inizio le modalità di comunicazione, in modo da garantire una interazione efficace e costante. In particolare, l’avvocato deve essere reperibile e rispondere tempestivamente alle richieste del cliente, oltre che tenere il cliente costantemente informato sull’andamento dell’incarico.
Il rapporto di fiducia tra l’avvocato e il cliente si consolida anche durante il processo. L’avvocato deve dimostrarsi presente e attivo, in modo da garantire al cliente un’adeguata difesa. Inoltre, l’avvocato deve agire con rispetto nei confronti della controparte e dei soggetti coinvolti nel processo, evitando comportamenti scorretti o lesivi della dignità e dei diritti altrui.
Nel caso in cui l’avvocato sia nominato difensore d’ufficio o patrocinatore a spese dello Stato, la fiducia diventa ancora più importante. In questi casi, infatti, l’avvocato rappresenta una garanzia per il cittadino che si trova in una situazione di difficoltà economica, garantendo il diritto di difesa anche a chi non ha le risorse economiche per permettersi un avvocato privato.
In tali situazioni, l’avvocato ha il dovere di accettare l’incarico e di prestare la propria attività senza giustificato motivo di rifiuto o interruzione. Tuttavia, se si presenta un giustificato motivo, l’avvocato può rifiutare la nomina o recedere dall’incarico conferito.
Questo principio deve essere applicato con particolare attenzione, in quanto le persone che necessitano di un difensore d’ufficio o di un patrocinatore a spese dello Stato sono spesso in situazioni di vulnerabilità e difficoltà, richiedendo un atteggiamento se possibile ancor più professionale e umano da parte dell’avvocato.
In generale, il rapporto di fiducia tra l’avvocato e il cliente è un elemento fondamentale. Questo rapporto deve essere basato sulla competenza, sulla professionalità, sulla riservatezza e sulla trasparenza. L’avvocato deve essere un professionista serio, competente e responsabile, che agisce sempre nell’interesse del cliente, rispettando i suoi diritti e i suoi interessi.
Inoltre, il rapporto di fiducia tra l’avvocato e il cliente deve essere basato su un atteggiamento di ascolto, di rispetto e di collaborazione. L’avvocato deve essere in grado di comprendere le esigenze del cliente e di fornire un’assistenza legale adeguata, in modo da tutelare al meglio i suoi diritti e i suoi interessi.
In conclusione, il rapporto di fiducia tra l’avvocato e il cliente è un elemento per la tutela dei diritti e degli interessi delle persone coinvolte in un procedimento giudiziario. L’avvocato deve dimostrarsi sempre professionale, competente e responsabile, instaurando un rapporto di collaborazione e di reciproca fiducia con il cliente, nel rispetto dei principi etici e deontologici che regolamentano la professione forense. Solo in questo modo è possibile garantire un’assistenza legale di qualità e tutelare i diritti e gli interessi delle persone coinvolte in un procedimento giudiziario.
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