L’avv. Sabatino dopo l’udienza ha dichiarato “L’istruttoria ed il tempo trascorso dal ricorso iniziale hanno confermato tutti i nostri assunti e dunque la fondatezza dei motivi di ricorso.
– L’emergenza non sussisteva nei termini dichiarati. Non vi era stata alcuna seria istruttoria da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
– Si è confermata la assoluta superficialità della c.d. analisi preliminare, tanto che i siti di Corcolle e di Quadro Alto si sono rivelati inidonei.
– Si è altresì dimostrato che le corrette scelte in termini di trattamento rifiuti sono più economiche e rapide della realizzazione dei mega-impianti.
– Si è dimostrato che le discariche che il Commissario dovrebbe realizzare non sarebbero affatto provvisorie..
– Si è dimostrato che un vizio dei provvedimenti impugnati era nel vincolare il Commissario a realizzare interventi irrispettosi del criterio gerarchico fissato dalle norme europee. Da questo oggi deriva l’inutilità della Gestione Commissariale ed anzi la sua dannosità. Il Commissario non ha il compito di risolvere il problema dei rifiuti nel miglior modo, più celere e rispettoso delle norme ambientali ma ha un vincolo a realizzare discariche”.
Secondo l’avv. Adami ” La gestione Commissariale ha completamente fallito nella realizzazione dei suoi obiettivi, già peraltro illegittimi sin dalla sua istituzione. La gestione dei rifiuti deve necessariamente essere restituita agli enti territoriali (e dunque ai consiglieri comunali, provinciali e regionali qui ricorrenti), unici legittimi detentori del relativo potere, con gli strumenti di cui essi si sono dotati in conformità all’ordinamento, italiano e comunitario”.
L’avv. Bozzi aggiunge “I ricorrenti consiglieri regionali e provinciali chiedono di poter recuperare il loro ruolo per il quale sono stati eletti e che hanno diritto di svolgere; è stato peraltro dimostrato che gli organismi democraticamente eletti possono essere più efficienti dell’organismo commissariale. I ricorrenti si trovano ora nella paradossale situazione di veder bloccata la loro attività da un soggetto completamente paralizzato (anche per effetto del limitato ruolo a lui attribuito), o addirittura di dover quasi pietire dallo stesso soggetto attenzione per le loro proposte (v. le mozioni del Consiglio Regionale e del Consiglio Provinciale approvate nel mese di giugno)”.
L’udienza si è conclusa con una richiesta minima e subordinata “annullamento (e sospensione) parziale dei provvedimenti impugnati, laddove vincolano il Commissario unicamente alla realizzazione di discariche e non ad ogni intervento utile e conforme a legge.”
“se proprio il Lazio deve essere gestito da un commissario, che almeno abbia il potere di far partire il ciclo della raccolta differenziata” ha dichiarato l’avv. Adami.