Sono da anni sostenitore e promotore di progetti software open source. Dopo aver abbandonato la suite di Google, implementato l’uso di LaTeX per la redazione degli atti processuali ed installato la suite di Nextcloud per il file sharing, la gestione dei calendari e la lettura dei newsfeed, era venuto il momento di adottare un nuovo strumento di videoconferenza affidabile e rispettoso dei requisiti richiesti dal GDPR. Dopo una lunga ricerca ho scelto di installare un’istanza di Jitsi su un server da me gestito.
La scelta è caduta su Jitsi anche grazie allo stimolo ricevuto dal progetto Jitsi-club .
Si tratta di un software maturo che consente l’implementazione di un servizio sicuro ed affidabile. Le comunicazioni sono cifrate e gli utenti non devono installare programmi sul pc poiché la piattaforma è accessibile dal web. E’ possibile collegarsi anche con uno smartphone usando l’app dedicata, anch’essa open source e liberamente scaricabile dai market di Android (Play store e F-Droid) e dall’Apple Store.
Punto molto sull’uso dei sistemi di videoconferenza nello svolgimento della mia attività professionale in particolare per le consulenze online e quindi avevo bisogno di un servizio affidabile e sicuro, sul quale avere un grado di controllo superiore rispetto ai servizi commerciali disponibili sul mercato.
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